• 30 apr 2020 - [#Lavoronarrato]

UN RINGRAZIAMENTO DOVEROSO


30.04.20

"Una presa di responsabilità incredibile, che mi ha fatto capire quanto quella che ormai è la mia seconda famiglia sia eccezionale"


Oggi è il sabato di Pasqua, ma è come ieri, l’altro ieri e come tutti i giorni che sono passati dall’inizio dell’emergenza. È trascorso più di un mese e tante cose sono cambiate, le nostre vite e il nostro lavoro.

Mai avremmo creduto di trovarci in una situazione simile. L’abbiamo sottovalutata, presi dal ritmo frenetico delle nostre vite e siamo stati colti alla sprovvista.

C’è chi lotta in trincea negli ospedali, angeli moderni di cui purtroppo ci si ricorda sempre nei momenti peggiori e che meriterebbero più considerazione, non solo quando diventano la nostra ultima linea di difesa.

Ma gli eroi silenziosi, che col loro lavoro portano avanti tanti comparti fondamentali e strategici sono tantissimi. Panettieri, addetti alle pulizie, forze dell’ordine, addetti alla logistica, edicolanti, i lavoratori dei supermercati.

Ma anche noi nel nostro piccolo ci siamo sentiti un po’ eroi, in qualche modo abbiamo scelto senza alcuna remora di andare verso i nostri clienti, cercando, anche se in modo diverso, di essere sempre presenti e pronti ad ascoltarli.
 
In questo momento così concitato ci siamo trovati da soli a creare, guidare, gestire e portare a termine tutte le pratiche, vitali per dare ossigeno alle nostre aziende, le aziende che compongono il tessuto economico così brutalmente colpito dalle conseguenze di questo sconosciuto virus.
Vorrei, con questa lettera, ripercorrere questi giorni di duro lavoro, vorrei raccontarre della dedizione dei miei collaboratori, che in un momento così terribile hanno fatto non uno, ma dieci passi in avanti.

Lo Studio non aveva mai chiuso, e non lo ha fatto nemmeno in questi giorni, grazie allo Smart Working.
La tecnologia ci ha permesso di operare in sicurezza, per qualche giorno in ufficio rivedendo gli spazi, e poi da casa (In questo senso siamo dei privilegiati), e la propensione dello Studio all’utilizzo dei nostri applicativi ha reso possibile una rapida riorganizzazione dei processi lavorativi interni, permettendoci di lavorare fuori dall’ufficio in completa autonomia.

Il lavoro è stato scandito dai discorsi del Presidente del Consiglio e dai DPCM, mentre in televisione scorreva il quotidiano bollettino di guerra.

Organizzare il lavoro, adattandolo allo tsunami che vedevamo palesarsi all’orizzonte, non è stato proprio facile, perché chi è del mestiere sa cosa significhi attuare centinaia di pratiche di Cassa Integrazione in pochissimo tempo. Da una rapida ricerca interna, abbiamo stimato che in meno di un mese sono state approntate la stessa quantità di domande che produciamo in quattro anni. Un numero assurdo, che fotografa fin troppo bene il momento.

I problemi sono iniziati sin da subito, quando abbiamo realizzato che gli strumenti messi a disposizione sarebbero stati molteplici: CIGO, FSBA, CIGD, FIS con procedure ad hoc approntate dalle regioni e dalle consultazioni sindacali per avallare le richieste di ogni azienda.

Come sarebbe stato più facile avere un solo strumento, con un solo canale di comunicazione e una sola procedura. Questo ha comportato ore e ore di lavoro, telefonate, riunioni telematiche, email, soluzioni e strategie.
Pressati, da un lato dall’incertezza sulle modalità operative, con la partecipazione colpevole degli Istituti e dei politici, che hanno spesso anticipato informazioni senza approntare nel frattempo le specifiche procedure, e dall’altro dalle richieste legittime di risposte chiare da parte dei clienti, travolti dallo Stop alle attività e dalla paura del momento.
In un contesto in cui il tempo scarseggia, la pressione sullo Studio ha raggiunto livelli mai sperimentati.

I problemi da risolvere si sono moltiplicati ogni giorno che passava, ma ho trovato nei miei collaboratori una forza incredibile. Nessuno si è tirato indietro, lavorando con la paura del domani, in un contesto così complicato, dedicandosi anima e corpo, ben oltre quanto si sarebbe dovuto richiedere.
Una presa di responsabilità incredibile, che mi ha fatto capire quanto quella che ormai è la mia  seconda famiglia sia eccezionale.

Abbiamo dovuto stravolgere la nostra logica organizzativa, che è sempre stato il nostro fiore all’occhiello, per adattarci a quanto previsto dalle norme: un insieme di strumenti diversi, in un contesto completamente disorganizzato e impreparato, rispettando una tabella di marcia serratissima per portare a compimento gli innumerevoli passaggi (dei quali ci chiediamo quanti sarebbero potuti essere bypassati).

Chi leggerà questa lettera probabilmente troverà esagerato quanto sto dicendo, ma credete, lavorare in un contesto del genere richiede un enorme sforzo. Oltretutto, e di questo ne vado particolarmente fiero, tutto il rischio che lo Studio si è accollato è stato fatto pensando solo ai clienti e ai loro dipendenti, perché in prima battuta è venuto fuori il nostro spirito solidaristico. Come poter pensare di speculare su una situazione simile, quando tante aziende stanno vivendo il momento peggiore della loro vita lavorativa e non.

Sicuramente non saremo stati perfetti, ma tutti noi abbiamo continuato, ogni giorno della settimana, a lavorare alacremente per non lasciare indietro nessuno, questa è stata la priorità del gruppo di lavoro.

Sono anche cosciente che la nostra è solo una goccia nel mare, e che i giorni che verranno saranno ancora duri, ma allo stesso tempo sono ancor più certo che passerà, sarà sicuramente  l’alba di un nuovo giorno: servirà una nuova Visione, una Visione focalizzata  su  quei valori che piano piano stavamo perdendo.

Per tutto questo vorrei tributare un  piccolo omaggio alle persone, con le quali sono onorato di condividere il mio lavoro.
Per cui, Elisa, Alice, Silvia, Daniela, Lorenza, Roberta, Alessia, Nicolò, Gian Luca.

Grazie.

Gianmarco

30 Aprile 2020 La notte del #lavoronarrato