• 06 apr 2020 - [Speciale COVID-19]

A CHE PUNTO SIAMO? CERCHIAMO DI RENDERVI PARTECIPI ANCHE IN QUESTA FASE OPERATIVA


Newsletter 06.04.20

Carissimi,

continuiamo a scrivervi e a tenere il filo con voi: in questa emergenza è essenziale.
Però la regola che ci siamo dati è prudenza più competenza ed è per questo che vi informiamo solo quando le notizie istituzionali diventano certezze e di questi tempi, purtroppo, ne vediamo ancora poche.

Non facciamoci però scoraggiare e cerchiamo di fare il punto.

 

A che punto siamo?

Stiamo ancora concludendo la fase 1, quella delle richieste degli ammortizzatori sociali, degli accordi sindacali e delle domande all’INPS. Nel contempo, è già iniziata la fase 2: si tratta di quella obbligatoria che prevede l’elaborazione delle buste paga, che in questo mese vedranno conteggiate le ore di Cassa integrazione, dei bonus e delle indennità previste dal Decreto “Cura Italia”.

La delicatezza della fase è che ci troviamo sospesi tra due fuochi: da una parte le aziende e i dipendenti che cercano risposte e dall’altra la mancanza di chiarezza per svolgere il nostro mandato con serenità.

Le denunce di aggressione registrate ultimamente nei confronti di nostri colleghi, Consulenti del Lavoro, raccontano bene uno stato di tensione nazionale che non può ricadere su chi intermedia tra le incertezze della politica e le preoccupazioni legittime di intere comunità costrette a interrompere il proprio lavoro.

La Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, pochi giorni fa ha sottolineato le difficoltà in cui stanno operando, ogni giorno, i 26.000 Consulenti del Lavoro nel richiedere ammortizzatori sociali per le aziende assistite, con le inefficienze del sistema. “Abbiamo denunciato più volte la scelta inadeguata adottata dal Governo per la gestione degli ammortizzatori con strumenti di intervento ordinari. Sarebbe bastato invece, come abbiamo più volte suggerito, creare un unico ammortizzatore sociale emergenziale: anche il rallentamento del sito dell’Inps ne è una conferma. Il problema è stato quello di far passare attraverso lo stesso canale una moltitudine di soggetti: un portale che si sta rilevando non adeguato a supportare le richieste delle ultime settimane”.
Video della Presidente Nazionale Ordine Consulenti del Lavoro
 

Cassa integrazione: i dubbi ancora senza risposta

Le pratiche di Cassa integrazione sono ora il fulcro dell’emergenza:

  •  Ancora non è chiaro se gli accordi sindacali debbano essere stipulati o no. Per esempio, nel caso di CIG ordinaria possiamo inviare la domanda anche senza il parere definitivo e favorevole del sindacato. Infatti, noi abbiamo inviato le domande all’INPS ma, nel frattempo, abbiamo ricevuto molte risposte dai vari sindacati con esito negativo. Allora ci siamo chiesti: ma se domani L’INPS, visto che per il momento non è ostativa la richiesta senza accordo, accetta solo le domande per le quali l’accordo sindacale dava parere favorevole, potrebbe ritirare l’integrazione già erogata?
 
  • Sembra - almeno per come è stato detto più volte - che i pagamenti diretti da parte dell’INPS verso i lavoratori avverrà entro il 15 Aprile. Di prassi l’INPS, prima di pagare qualsiasi somma, deve ricevere un modello (SR41) in cui vengono riportate a consuntivo le ore effettive di CIG, che non necessariamente corrispondono a quelle richieste con la domanda. Questo modello deve essere quindi inviato dopo aver elaborato le paghe di marzo: nella generalità dei casi, entro il 10 di aprile. Come è possibile che tra l’elaborazione delle buste paga e la predisposizione del modello SR41 l’INPS possa erogare l’integrazione rispettando la data di metà mese?
 
  • C’è un altro aspetto che riguarda le moltissime aziende che hanno fatto accesso alla Cassa Integrazione in deroga (aziende sotto i 5 dipendenti e senza altre coperture integrative). Questo ammortizzatore è regolato da accordi regionali ma gran parte delle Regioni, oltre a chiederci ogni giorno nuova documentazione per fare la domanda e immancabili marche da bollo, non hanno ancora aperto i flussi dal sito per presentare fisicamente la domanda stessa. I dipendenti interessati da questo ammortizzatore riscuoteranno l’indennizzo il 15 Aprile?
 
  • C’è una soluzione per anticipare l’indennizzo ai dipendenti? Sembra di sì ma abbiamo molti dubbi. Il Ministero del Lavoro ha sottoscritto una convenzione con l’Associazione Bancaria Italiana, le associazioni di categoria e i sindacati. Questa convenzione prevede che il dipendente possa rivolgersi ad alcune delle banche che hanno aderito alla convenzione. La convenzione è rivolta ai dipendenti con sospensione totale dell’attività, quindi con un totale CIG di ore lavorate pari a zero. Primo: il dipendente sarà sicuro di quello che dichiara (una domanda da predisporre lunga e complessa)? Secondo: se l’INPS, per qualche motivo, non erogasse la CIG al dipendente, la banca si rivarrebbe sull’azienda, attingendo alle competenze maturate del dipendente (come il TFR, ad esempio). I 1400 euro messi a disposizione del dipendente come anticipo sono a tutti gli effetti un finanziamento. L’importo è un forfait che sarà poi conguagliato dalla banca in base al consuntivo calcolato dall’INPS. A noi sembra un sistema molto contorto che, se non chiarito subito, porterà sicuramente sorprese all’azienda e ai dipendenti.

Abbiamo pensato a questa newsletter per rendervi partecipi con noi della situazione reale, dato che la politica e i media purtroppo scivolano ancora sulla confusione.

Noi intanto restiamo al vostro fianco, continuiamo a studiare per voi, intraprendiamo al meglio ogni strada che porti al riconoscimento di ciò che vi spetta.

Fidatevi, almeno di noi.

 

I nostri più cari saluti
STUDIO GEFAR